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      Di rappresagliarispose.
      Oh!
      esclamò Marina. Un lampo di sdegno le passò negli occhi.
      L'uno e l'altro pensarono in quel momento a un predisposto legame, fosse pure d'antagonismo, di inimicizia, nel loro futuro destino.
      È dunque verodisse Marina sottovoce "che Lei giuoca un'altra partita qui al Palazzo?"
      Io?
      rispose Silla, sorpreso. "Non so cosa Lei voglia dire."
      Oh, lo sa! Ma Lei giuoca coperto, giuoca prudente, non ha ancora mosso la Regina. Povero orgoglio il Suo! E parla di rappresaglie! Non mi conosce, Lei. Mi hanno scritto poco tempo fa che sono superba, che vorrei vivere in una stella di madreperla, e che in questo pianeta borghese, in questo sudicio astro di mala fama, non c'è posto, per me, da posare il piede. Risponderò che il posto l'ho trovato e...
      Ecco mia nipotedisse il conte entrando con alcune persone.
      Silla non si mosse. Guardava Marina con gli occhi sbarrati. La sua corrispondente, Cecilia, lei!
      Il signor Corrado Silla, mio buon amicosoggiunse il conte "il quale ha ancora la testa negli scacchi, a quanto pare".
     
     
      7. Conversazioni
     
      Quel giorno la gentildonna veneziana di Palma il Vecchio fu scherzosamente pregata di uscire dalla sua cornice e di sedere a pranzo. La bella donna rispose col solito sorriso. Benché la mensa brillasse di argenti, di cristalli e di fiori, non valeva ad allettare lei, cresciuta fra magnificenze orientali. E poi, quale squallida comitiva di adoratori a' suoi piedi! Chi la pregava di scendere era il comm. Finotti, deputato al Parlamento, prossimo alla sessantina, con gli occhi tutti fuoco e il resto tutto cenere.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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