Pare impossibile, Pietro
diss'egli "pare impossibile che non vi ricordiate. La matta!..."
Che asino!
mormorò fra i denti il poco riverente assessore; e non disse altro.
Bravo Sindaco. A Lei! Lei deve ben sapere da che parte vanno all'inferno i Suoi sudditi, diavolo! Racconti dunque! Non sarà mica un segreto d'ufficio, spero.
Il Sindaco, accortosi troppo tardi di aver posto un piede in fallo, si andava contorcendo sulla sedia.
Storie vecchierispose "storie vecchie. Sarà un affare di forse seicento anni fa."
Ouf, seicento! Non saranno neanche sessantadisse un altro municipale che fino allora era stato zitto.
Bene, bene, sessanta o seicento, è sempre una storia vecchia, e qui ai signori può interessar poco.
Ma il povero Sindaco, preso alle strette, non trovò modo di schermirsi; e, per non aver più quel peso sullo stomaco, lo buttò fuori a un tratto.
Ecco, questa matta era la prima moglie del povero conte vecchio, qui del Palazzo; una genovese, che ha scappucciato, pare, un tantino, e suo marito l'ha condotta qui, l'ha tenuta come in castigo, ed è stato qui anche lui finché è morta; la gente dice che il diavolo se l'è portata a casa per di là.
Mentr'egli parlava, Marina si alzò, gli voltò le spalle. I suoi colleghi gli fecero gesti di rimprovero. Il Vezza disse a caso:
È la barca di Cesare quella là?
Bei tempi!
esclamò Silla con voce sonora.
Tutti, tranne Marina, lo guardarono sorpresi.
Tempi di forza moraleproseguì senza badare a quelle occhiate. "Di forza morale organica. Adesso si hanno le convulsioni, gl'impeti di passione sfrenata, e, in fondo, egoista.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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