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      La Giunta di R... e il dottore si ritirarono subito.
      Bel finale!
      disse il commendator Vezza, passato il primo sbalordimento. "Hai capito tu?"
      Eh altrorispose il Finotti. "È chiaro come l'acqua."
      Torbida.
      Ma che? vuoi sentire? Quel giovinotto lì, piovuto al Palazzo dalle nuvole, è un peccatuccio dell'amico Cesare. Alla damigella ci ha seccato mortalmente. Capisci, vedersi portar via sotto il naso uno zio siffatto! Ci sarebbe, per salvar tutto, la solita combinazione, e questa scommetto che è l'idea di Cesare, ma!... A Parigi o a Milano o nel mondo della luna ci deve essere un ma con un cilindro etereo e dei calzoni ideali. Sarà biondo, sarà bruno, sarà quel diavolo che vuoi: c'è sicuramente. Dunque, niente combinazione; guerra! Non è chiaro?
      Non sai niente, caro mio. Che si possa arrischiare un sigaro?
      Qui il commendator Vezza si divertì ad accendere il sigaro, sciupandovi silenziosamente una mezza dozzina di fiammiferi. "Sì, la Mina Pernetti Silla, bella donna, bellissima donna! è stata veramente amica di Cesare, ma una amica!..."
      Il commendatore gittò in alto una boccata di fumo, l'accompagnò su con l'occhio e con la mano disegnando in aria degli zeri allegorici.
      Leiproseguì "era figlia di un consigliere d'appello tirolese. Sai che Cesare fu espulso di Lombardia nel 1831? Credo che volesse liberarar l'Italia per potersi sposare poi senza scrupoli quella tirolesina bionda. Ell'avrà avuto un ventidue anni. Il papà l'avrebbe arrostita piuttosto che darla a un liberale. Lei tenne saldo, povera ragazza, a non volersi maritare, fino a ventisei anni.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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