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      Non seppe dire altro che "O mein Fräulein" e le porse ambe le mani.
      È Leirispose la giovinetta con voce tremante e sempre in tedesco "è Lei il signor capitano Andrea Steinegge di Nassau?"
      Sì, sì.
      Credo ch'Ell'abbia laggiù una famiglia.
      Sì, sì.
      Io ho notizie...
      Ha notizie? Notizie della mia bambina? Oh, signorina!
      Giunse le mani come davanti a un santo. I suoi occhi brillavano, le labbra eran convulse, tutta la persona esprimeva un desiderio solo, angoscioso. Lo aveva ben detto la contessa Fosca che la povera signorina era estenuata. Diventò pallida pallida, e mormorò a Steinegge che, ansando, le aveva cinta la vita con un braccio:
      Niente, un poco d'aria.
      Egli la portò più che non l'accompagnasse fuori, l'adagiò sopra un sedile di ferro, e, divorato da mille angoscie, immaginando dover udire da lei tutte le sciagure possibili, forse la più grande, le prese ambedue le mani, parlò con voce carezzevole, dolce, a quella ignota fanciulla del suo paese, così sola in terra straniera. Ritrovò nella memoria tenere espressioni del tempo andato, sante parole paterne, taciute per anni e anni, colorate ora di soavità religiosa dal rispettoso Lei che le accompagnava. Intese ella, rinfrancandosi, il rispettoso Lei o intese solamente dirsi mein Kind, "fanciulla mia?". Perdette la memoria delle prime parole scambiate o la voce affettuosa le fece credere che tutto il suo segreto fosse stato detto? Gittò le braccia al collo di Steinegge e si sciolse in lacrime.
      Pare incredibile; Steinegge a prima giunta non capì. Egli portava sempre viva nel cuore l'immagine di sua figlia quale l'aveva lasciata bambina di otto anni, piccina piccina, con due occhi grandi e dei lunghi capelli biondi.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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