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Eh, stupida, quando vi dico di contar su, il vostro dovere è di contar su.
Come La comanda, Eccellenza. Ecco, si vuole che il signor conte, tempo fa, volesse prendere la signora marchesina e che la signora marchesina si disperasse perché, ohe poveretta, giovane la è, anima mia...
Contate su senza tante anime.
Come La comanda, Eccellenza. Dunque la signora marchesina si ammalò e andava a torzio colla testa; da quel tempo non ha più potuto vedere il conte; e il signor conte ha dovuto metterla via; ma anche lui è diventato rabbioso con lei. Dopo è nato un altro pettegolezzo d'un giovane...
D'un giovane?
Per servirla, Eccellenza.
Che giovane?
Sua Eccellenza era inquieta.
Qua vien lo sporchetto, Eccellenza. Il suo nome di questo giovane non è il suo nome. Pare che ci sia un pasticcio... non so se mi spiego.
Eh, insensata, fra me e te, abbiamo duecento anni, e pigli tutti questi giri?
Come La comanda, Eccellenza. Questo giovane ha un altro nome, ma è figlio del signor conte. Eccola tonda.
Sua Eccellenza si slacciò la cuffia da notte e rimase un momento immobile, a bocca aperta, guardando Catte. Poi si strinse nelle spalle.
Sciocchezze, insulsagginidiss'ella "bugie. E dunque?"
Adesso vien l'imbroglio. Non ho capito se ci fosse del tenero fra costui e la signora marchesina o se abbiano trovato da ridire fra di loro, e che lui, voglio dire, che lei ne abbia dette quattro a lui, o se il conte volesse che lei lo togliesse, questo giovine, e che a lui non le piacesse, o che la si fosse messa in pensiero, si sa, per la roba, ciò, e che lui.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Eccellenza Eccellenza Eccellenza Eccellenza Eccellenza Eccellenza Eccellenza Catte
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