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      Sua Eccellenza buttò via la cuffia.
      Uff, che caldo che mi fai! Cosa vuoi che capisca? Dammi quell'affare! Quell'affare, sì, quell'affare! Non capisci? Vai alla Sensa?
      Catte andò a pigliar la parrucca di Sua Eccellenza e si dispose a mettergliela.
      E poi?
      disse la contessa.
      E poi... La permetta, Eccellenza, che siamo un poco storti. Ecco così. No, ancora un pochetto.
      Sua Eccellenza soffiava come una macchina a vapore.
      La senta, Eccellenza. Chi è adesso che ha da dire che la è parrucca? Dopo tutto, la porta anche la Madonna. La compatisca, Eccellenza. Dunque un bel dì non so come, è nato un bordelo, grida tu che grido anch'io, non so se si siano anche pettinati, l'amico senza dire
      cani vi saluto" infilò la calle e chi s'è visto s'è visto. Cose di sei giorni sono. E quel tedesco, Eccellenza, che macia! Stamattina è venuto giù lui a prendere il caffè da portare alla sua tedeschetta. C'era abbasso anche il signor conte, perché quello è proprio el massariol, lo si trova dappertutto, pare che vi comparisca di sotto terra."
      Tacete, pettegolainterruppe la contessa Fosca. "Ho tanto di testa. Cosa volete che me ne faccia di tanti pettegolezzi? Fate presto. Specchio. Brava, gioia. La Madonna porta ella quell'affare sul naso? Questo si acquista con darvi libertà, che non fate più attenzione a niente. Presto. Sua Eccellenza è alzato?"
      Credo di sì. Ho visto Momolo portargli gli abiti.
      Bene, andate a dirgli di venire da me. Presto!
      Subito, Eccellenza.
      Per diana, tu puzzi ancora di baccalà, ciò
      soggiunse Catte fra i denti, chiudendo l'uscio dietro di sé.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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