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      Il letame t'ispira.
      Marina, indifferente, diede una rapida occhiata a Edith: ma Edith non poteva conoscere quella feccia di linguaggio e non batté ciglio né mutò colore. La sua compagna si strinse nelle spalle e aspettò in silenzio che le voci si spegnessero, quindi sedette presso Edith.
      Le informazionidiss'ella "riguardano una persona che Lei conoscerà a Milano."
      È sicurarispose "che conoscerò questa persona?"
      Lei dovrà conoscerla.
      Dovrò?
      Dovrà, dovrà. Non per far piacere a me, sa, perché succederà così. Insomma non importa. Lei conoscerà a Milano questa persona ch'è un amico di Suo padre.
      Si chiama Silla?
      Gli occhi di Marina lampeggiarono.
      Come lo sa?
      diss'ella.
      Mio padre mi ha parlato di questo signore suo amico.
      Che Le ha detto Suo padre?
      Edith non rispose.
      Ha paura?
      disse Marina duramente.
      Edith arrossì. "Non conosco questa parola" diss'ella.
      Dopo un breve indugio Edith alzò il viso e guardò Marina:
      Sicuramente il verodiss'ella.
      Il vero! Non parli del vero. Nessuno lo sa, il vero. Suo padre Le avrà detto che io ho insultato questo signore?
      Sì.
      E ch'egli, una notte, è andato in fumo?
      Sì.
      Proprio in fumo? Non le ha detto dove si trova ora? Sì che glielo ha detto; Lei non vuole ora ripeterlo a me, ma Suo padre glielo ha detto sicuramente.
      Io credorispose Edith con un leggero accento d'alterezza offesa "io credo che i miei discorsi con mio padre le debbano essere affatto indifferenti. So che un signor Silla, di Milano, è amico di mio padre, il quale non ha forse altri conoscenti in quella città. Per questo ho pensato ch'Ella volesse alludere a lui e ho proferito il suo nome.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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