Pagina (255/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si sdrucciolava assai per quel ripido pendìo erboso inzuppato di rugiada nella sua ombra perpetua. Non v'era sentiero, ma solo qualche forte impronta di passi nella terra rossastra.
      Nepo saliva a grande stento, abbrancandosi con le mani ai ciuffi d'erba. Sostò a pochi passi da Marina per pigliar fiato.
      Fermatevi lì
      diss'ella. "Avete più coraggio all'oscuro."
      Oh, adesso poi,
      disse Nepo "non mi fermo certo."
      Fermatevi!
      Nepo si fermò, rannuvolato, inquieto. Aveva prima pensato ch'ella volesse procacciargli un colloquio fuori della vista importuna del barcaiuolo. Ora non comprendeva più. Si stizziva in cuor suo con Marina; ma gli era pur entrato da pochi minuti un sentimento o, per meglio dire, una sensazione nuova.
      Dalla piccola mano di velluto, dal busto caldo, ansante che aveva stretti, gli si era infiltrato nel sangue un turbamento insolito per lui, che usava dire di sentirsi uomo con le pedine, angelo con le dame.
      Tacquero un momento tutti e due.
      Dunque lo volete?
      disse Marina.
      Ahrispose Nepo allungando le braccia.
      Nuova pausa.
      Perché lo volete?
      Che domanda, mio Dio!
      Non è vero?
      diss'ella sorridendo. "Avete ragione."
      Lo guardò ben fiso con lo sguardo penetrante che le compariva e scompariva nella pupilla a suo talento, e disse con voce più forte:
      Ma io non Vi amo!
      Oh anima mia!
      disse Nepo intendendo male. E si arrampicò fino a lei.
      Ella fece un passo indietro, sorpresa.
      Non Vi amo!
      ripete.
      Nepo impallidì, ammutolì; poi proruppe a voce bassa, ma concitata:
      Non mi amate? come, non mi amate? E cinque minuti fa in quella barca all'oscuro.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Marina Nepo Marina Marina Nepo Dio Nepo