Pagina (259/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Mi dica...
      ripeté Edith.
      Marina voltò la testa e strappò il fiore azzurro da un lungo stelo che saliva presso a lei.
      Che fiore è?
      diss'ella bruscamente. "Pare aconito." E lo porse a Edith.
      Questa prese il fiore senza guardarlo, volle insistere. Marina fu ripresa da un assalto nervoso violento. Stavolta abbracciò il masso, vi soffocò i singulti. Pareva sitibonda di entrar nella pietra, di gelarvi, di irrigidirvi per sempre.
      E intorno a lei era tanta pace!
      Le campanelle delle vacche empivano del loro tremolìo i silenzi solenni della montagna, mettevano voci di vita innocente nei pascoli, nelle selvette compatte, verde-dorate di giovani faggi, in giro a rade macchie metalliche d'abbeveratoi stagnanti. Presso quel sasso gli aconiti rizzavano nel sole fuggente la loro pompa, le felci curvavano le grazie leggere del fogliame color di aprile, ciclami vanitosi gittavano i lunghi gambi ignudi de' loro fiori. Tutti circondavano Marina di pace, di dolcezza grave, silenziosa.
      Si udì la voce lontana del Rico che gridava:
      Uuh-hup! Uuh-hup!
      Voci di mandriani rispondevano:
      Uuh-hup! Uuh-hup!
      Parean saluti al sole che aveva levato il suo raggio dall'erba e saettava la cima del sasso bianco. Il tremolìo diffuso delle campanelle s'avvicinava da tutte le parti all'alpe di C... accovacciata in un seno erboso sotto le scogliere. Le vacche vi si avviavano a file, a drappelli, accodandosi le une alle altre sugli angusti sentieri, trottando giù dai brevi pendii, sbracandosi lente nei prati, fermandosi di tratto in tratto a levar il muso e muggire.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Edith Edith Marina Rico