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      Ah!
      Si alzò in piedi e dimenò le braccia come un forsennato estatico; dopo di che abbracciò sua madre che si mise a gridare:
      Matto, matto, lasciami stare coi tuoi spiritessi.
      Senti questa, senti questa, mammadiss'egli, rizzandosi, mentre la contessa ripeteva a Marina "è in boresso, è in boresso." Marina chiamò il Finotti, che guardava curiosamente dalla sala.
      Lascialo stare, colui
      , disse la contessa.
      Finotti!
      ripeté Marina.
      Quegli entrò, tutto ringalluzzito.
      Sentite questa, sentite questagridava l'infatuato Nepo.
      Qua, Finotti.
      Marina lo fece sedere fra Edith e sé.
      Sentite questa. Ero tanto esaltato dalle bellezze dell'Orrido che, quando siamo giunti con mia cugina sotto il gran pietrone nero dell'ultima grotta, io, comunque profano alle discipline di quella nobile arte ch'è la ginnastica, saltai!...
      Oh!
      interruppe Marina.
      Non è vero, come saltai?
      riprese l'altro guardandola e aspettando con le braccia in aria.
      Quite a new way of leapinggli rispose Marina.
      Per carità, Marina, non starmi a parlar francese, viscere, che a Venezia, con questo maledetto francese non si può vivere. Cosa hai detto?
      Le tue solite sciocchezze, mamma! Marina ha parlato inglese e non francese.
      Scusiuscì a dire il Finotti per riconciliarsi la signora contessa Fosca ch'era diventata rossa rossa, e si versava un conforto di Barolo. "Scusi conte; che inglese! che francese! Quando si ha la fortuna di nascere col miele profumato in bocca di quel caro dialetto fatto per le Grazie a scuola di Venere, perché guastarsi il palato col francese e coll'inglese?


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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