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      s'affrettò a dire il capitano di cavalleria, appena passato il tilbury "bello, ma troppo leggero. Cavallo ungherese; io conosco. Migliore da sella."
      Dunqueripeté Silla "non parla del matrimonio?"
      Steinegge lo guardò. Non gli pareva vero che fosse così indifferente.
      Sì
      diss'egli "mi pare che scriva qualche cosa."
      Suo padre fa il diplomatico, signorina.
      Non lo credorispose Edith. "Lo faresti troppo male, papà; non è vero? Ma, e Lei, signor Silla, cosa fa?"
      Faccio il curioso, vuol dire. Ha ragione. Ma è curiosità innocentissima, lo creda.
      Disse queste ultime parole con enfasi, come per far loro esprimere più di quello che potevano. Allora Steinegge uscì dalle sue trincee; con qualche cautela, però spiegandosi lentamente.
      Eccodiss'egli "pare che le cose vadano liscie e che il matrimonio non tarderà molto a farsi."
      Lo credo bene. Non è combinato da sei mesi?
      Sì, sì, ma capite bene, caro amico, i preparativi, questo è lungo. Adesso poi si fa presto, pare; prestissimo.
      Me ne rallegro assaidisse Silla tranquillamente.
      Steinegge fece uscire anche le sue riserve.
      Il matrimoniodiss'egli "si fa, pare, questa sera, ventinove aprile. Pare che il popolo vuol fare grandi cose; musiche, fuochi d'artificio. Ci è stata la scritta. Si dice che il conte Cesare voleva costituire a donna Marina una dote di trecentoventimila lire, ma che essa ha preferito un'obbligazione diretta del conte allo sposo per questa somma, da sottoscriversi all'atto del matrimonio. Il conte Cesare non è stato bene due giorni, ma ora è guarito.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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