Egli offerse allora il braccio alla sua compagna, che lo ringraziò e vi pose appena la mano. Silla sentì sul cuore quel tocco leggero. Fendette la gente, facendo strada a Edith, guardando alla sfuggita la piccola mano che gli pendeva inerte sul braccio. Strinse, per istinto, il braccio e, senza saper bene quello che si dicesse, sentendo confusamente di fare un discorso avventato:
Scusicominciò "donna Marina Le ha mai parlato di me?"
Edith non s'aspettava una domanda simile. Non ritirò più la mano e rispose semplicemente:
Sì.
Certo ella stava preparando qualche spiegazione cauta per una seconda domanda, inevitabile; ma la seconda domanda non venne.
Che sera soave!
disse Silla. "Si rinasce. Si sente l'aprile nel cuore. Lei non voleva dirmi tutto quel che ha scritto quel signor curato: e io ho avuto tanto piacere di udirlo da Suo padre!"
Il braccio di Edith si mosse un poco, ma non si ritrasse.
Ella non sa, quando si ha una mano ferita, come si eviti ogni stretta, anche d'un'altra mano amica, e quale consolazione sia sentirsela afferrare un giorno e non provare più dolore!
Vuol direrispose Edith "ch'era una scalfittura e che questa persona teme molto il male. Se son poi ferite dell'anima, allora per me sarebbe un grande avvilimento non sentirle più, guarire come si guarisce da una febbre, come queste piante guariscono dall'inverno. Non le pare? Quanta gente! E papà che non viene?"
Ella si sciolse pian piano da Silla e si fermò; Steinegge non compariva.
Perdoni, signorina Edith
disse Silla con voce leggermente tremante.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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