La voix douce et bas li tons.
Non era corretto, in quella riunione, il calore del suo parlare. Molti ne sorrisero; pure, a taluna, questo giovane che ragionava con tanto fuoco della grazia e della bellezza non dispiacque. Lo punsero con qualche epigramma a fior di labbro, accentato di freddezza beffarda; ma poi più d'una gli rivolse la parola chiedendogli a bruciapelo, indiscretamente, delle sue opinioni e dei suoi gusti. La contessa Antonietta V..., una brutta sentimentale, amante di Heine e di Schumann, se lo trasse vicino per dirgli in segreto che lo approvava, che la Desclée era la donna da lei più invidiata sulla terra, che quella gente lì non capiva niente. Disse che avrebbe voluto sapere da lui se andassero d'accordo in tante altre cose, lo invitò ai suoi lunedì e finì porgendogli, con un sorriso, la sua tazza di thè vuota.
Guarda l'Antonietta
disse una signora a donna Mina.
Adesso comincia a parlar d'amicizia. Non credi?
Ma lui, chi è?
rispose donna Mina, distratta.
Un certo Silla, nipote di filandieri, credo, che fila dei libri clandestini.
Giulia gittò due parole nell'orecchio a un giovane, che andò quindi spargendole qua e là, sottovoce, e poi s'accostò sorridendo al maestro M... che sorseggiava il suo thè in disparte. Il giovane pareva domandare qualche cosa e il maestro schermirsi. Più persone gli si strinsero attorno insistendo con la voce e il gesto. Donna Giulia gli mandò senza muoversi una delle sue vocine toccanti. Allora colui si arrese e mosse, tra i "bravo" sommessi, verso la sala da musica, gemendo:
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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