Verrò certodiss'egli "ma non per una x così nebulosa..."
No, no, nolo interuppe Giulia. "Non complimenti. Dio, ne sento tanti, Silla! Dica che verrà molto per la x e un pochino anche per me, non è vero? o per mia cugina Antonietta" soggiunse con un malizioso sorriso "La conosceva?"
L'ho vista una volta in casa B...
Ah, va dalla B..., Lei? Senta, non cerchi mica la x fra le mie amiche, sa! Non sta a Milano.
Non sta a Milano?
disse Silla trasalendo.
No. Zitto adesso. Come è bello questo.
Il piano cantava:
Ah non credea mirarti.
La lenta melodia saliva saliva affannosamente una via dolorosa, cadeva spossata, rilanciavasi avanti, ricadeva con la sua divina grazia di movenze.
Dio, come pestadisse Giulia. "Capisco niente" soggiunse in milanese sospirando. "Senta adesso se non pare una canzone napoletana:
Piangeva sempre ca dormiva sola."
Ella si commoveva, il suo petto, le spalle si sollevavano, tradivano un flutto interno. Alla ripresa della melodia mormorò:
Questo lo fa bene.
Infatti M... eseguiva la variazione del trillo perfettamente. Pareva un tremito melodioso di due ali prigioniere, folli di dolore.
Non sta a Milano
riprese Giulia, tranquillissima, quando ricominciò più furiosa che mai la tempesta degli accordi. "Oh, sta in una cornice romantica. Si figuri un laghetto perduto tra le montagne, un castello nero nero seduto sulla riva verde, un castellano nerissimo, insomma un'occhiata di Scozia. Io non ci sono stata, sa, ma me lo figuro così. Ci devono essere dei grandi cipressi. D'un solitario poi!
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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