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      Io prego Dio che conservi lo zio al nostro amore per lunghi anni, ma se succede una disgrazia! L'obbligazione a mio favore doveva essere sottoscritta ieri mattina. Sarà più in grado di sottoscriverla? Ci vuole una sorveglianza d'ogni ora. Non bisogna lasciar passare un lucido intervallo!"
      Sì, ma, ohedisse l'avvocato serio serio "patto avanti, che sia lucido questo intervallo; patto avanti, che sia molto lucido; e che ci sia il dottore; sì, perché tutto va bene, ma che non andiamo in un imbroglio."
      Si udì la voce di padre Tosi che parlava in loggia.
      Vado a vedere dello ziodisse Nepo; e uscì.
      Dopo tuttodisse la contessa "mio fio aveva ragione con quell'affare del commissario di polizia. È stato un bel tiro, sapete."
      Altro se è stato un bel tiro! Parlerò io a quel signor frate, se la contessa permette.
      Sì, sì, fate, parlate, tutto ciò che volete. Oh Dio, Zorzi, che monte di pasticci! Qua non si sa in che mondo si sia. Qua non si capisce niente. Qua ci si marita e non ci si marita. Qua non c'è ora di mangiare, qua non c'è ora di dormire. E tutto, in nome di Dio...! Oh che vita, oh che vita!
      Entrò il cameriere a sparecchiare. Non si sbrigava mai; pareva che giocasse con le posate e il vasellame.
      Andate là, andate là anche voi, Zorzi
      disse la contessa. "Io vado a riposare un pochetto. Non ho chiuso occhio stanotte, non ne posso più. E tu chiamami Catte, benedetto. Zorzi" diss'ella poi che il cameriere se ne fu andato in cerca di Catte "guardate di cavarci qualche cosa a quel signor Silla."
      Silla non era entrato subito dal conte.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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