Avranno veduto un piccolo brandello di stoffa attaccato al bottone? È chiaro che fu strappato dall'abito a forza.
Eh, sì
disse l'avvocato.
Il Vezza gli lanciò un'occhiata ironica. Il sagace commendatore sospettava che il bottone fosse stato riconosciuto e giudicava quindi prudente non interporsi in quel momento fra il Salvador e il frate.
La Giovanna
proseguì costui "che è entrata per la prima nella camera, ha osservato parte di queste cose, senza capire. Prima ha creduto a un ladro, cosa inverosimile; poi ha trovato chiavi, danari, portafogli intatti sul cassettone dove sono ancora adesso; dunque, ladri no. Allora ha pensato che il conte, sentendosi male, avesse voluto chiamare, uscire in cerca d'aiuto: cosa assurda perché non si spiegano, lasciando stare il guanto, neppure la tazza e il candeliere gittati lontano: non si spiega sopra tutto che il conte non ubbia suonato il campanello. A ogni modo la Giovanna ha inteso, così confusamente, che c'era del mistero. Non ha parlato a nessuno per non sparger inutilmente sospetti temerari, ma si è confidata a me, forse per l'abito che porto. Io allora ho fatto questo."
La contessa, Nepo, il Vezza pendevano dal suo labbro; non respiravano neppure.
L'intelligenza dell'ammalato è oscurata, moltissimo oscurata: tuttavia qualche barlume, da ieri sera in poi, mi dice il medico curante, ne appare ancora. Quando io ho saputo queste cose, ho esaminato bene bene la Giovanna, ho fatto le mie induzioni e mi sono formato il mio convincimento. Poi ho interrogato l'ammalato.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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