Pagina (394/519)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      A Edith pareva un po' invecchiato; a Steinegge no. E Marta, che cordialità, povera donna! Si scambiavano le loro impressioni a bassa voce, mentre Edith disponeva nel cassettone la sua roba. Aveva portato alcuni libri tedeschi e italiani, ma non Un sogno. A suo padre che si dolse un poco di questa omissione, ella non rispose parola; gli passò invece una mano sotto il braccio, lo trasse alla finestra che guardava l'orto, la stradicciuola, i prati, i pioppi lontani dal fiume, le colline al di là e tanta distesa di nuvole bianche.
      Mi par d'essere una fanciulladisse Edith "e trovarmi la sera nel mio letto dopo essermi smarrita il giorno fuori di casa, e aver pianto, aver provate tante angoscie. Non ti senti, papà, meno straniero qui che a Milano?"
      Qualcuno parlava nell'orto. V'era don Innocenzo con una vecchia contadina che si lagnava, piagnucolando, della sua nuora. Il parroco cercava di chetarla; allora la vecchia cominciava, chinando il capo, un'altra storia più segreta ed egualmente triste che don Innocenzo interrompeva con dei bene bene soddisfatti, come se a questo nuovo malanno gli fosse più facile trovar il rimedio. Le cacciò di fretta in mano alcune monete e la mandò via bruscamente.
      Che strega quella donna lì!
      disse Marta di dentro. "Spero bene che non le avrà dato niente."
      Cosa vi viene in testa?
      rispose don Innocenzo.
      Anche le rose, anche i libri tedeschidisse Steinegge dalla finestra. "Questa è troppa attenzione, signor curato. Noi non sappiamo...!"
      Oh, son libracci vecchi di casa mia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





Edith Steinegge Marta Edith Edith Milano Innocenzo Innocenzo Marta Innocenzo Steinegge