Pregodiss'egli, alzandosi a mezzo e accennando una sedia presso di lui. Quindi attese in silenzio.
Passarono due minuti prima che le labbra di lei si aprissero. Don Innocenzo si pose a guardare attentamente il piano della scrivania, a spazzar col mignolo della destra, a soffiar via leggermente una polvere immaginaria. Finalmente Edith parlò.
Ella non fece alcun preambolo e cominciò subito a raccontare quello che suo padre le aveva detto intorno alla passione concepita da Silla per Marina prima della sua fuga dal Palazzo; proseguì a dire dello strano contegno, degli strani discorsi tenuti da Marina durante la gita all'Orrido, delle proprie impressioni nell'udir annunciare, quella stessa sera, il matrimonio Salvador. Narrò quindi con voce men sicura il passeggio sui bastioni, la indifferenza ostentata con la quale Silla avea accolto la notizia che le nozze stavano per celebrarsi, le confidenze che le aveva fatte poi. Soggiunse risolutamente, lottando con la emozione interna e vincendo, che si era confermata quella sera in un sospetto concepito qualche tempo prima riguardo alle disposizioni di Silla verso di lei; che non v'era stato un discorso diretto ma molti indizi, e che il proprio contegno era forse apparso tale da lasciar credere a una corrispondenza di sentimenti. Disse, coprendosi il viso con le mani, che n'era dolentissima e se ne trovava ben punita.
Oh Dio
disse don Innocenzo con voce imbarazzata "fin qua... poi... non so... ma non mi pare..."
Allora venne il racconto della mattina seguente della visita di Silla, della gelida accoglienza fattagli, delle parole trovate nel suo libro.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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