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      Mi parli con piena sincerità
      diss'egli ex abrupto: "è convinta o no che vi sia un accordo tra il signor Silla e donna Marina? Non abbia riguardi: non si tratta qui di maldicenze né di quei giudizi che il Vangelo riprova. Il mio ministero potrebbe forse venir esercitato per il bene e io debbo sapere, per quanto è possibile, la verità. Ella che conosce le persone e i fatti, mi dica schietto, che convinzione ha?"
      Due giorni fa non c'era di sicurorispose Edith "ma oggi temo di sì."
      Come? Che ci sia accordo?
      Temo che succeda: ho questo presentimento.
      Teme che succedadisse don Innocenzo parlando a se stesso, e, fattosi puntello d'un gomito alla scrivania, con il palmo della mano sulla fronte e le dita inquiete sul cranio, rifletté. Dopo qualche tempo aperse il cassetto della scrivania e ne tolse della carta.
      Ella non ha rispostodiss'egli "alle parole che il signor Silla scrisse in quel volume per Lei?"
      No, signore.
      Come?
      chiese don Innocenzo.
      Ella presentiva forse la proposta del curato, parlava così piano!
      No, non ho risposto.
      Il prete si alzò in piedi.
      Bene, rispondadiss'egli.
      Anche Edith, involontariamente, si alzò; vide, senz'altre parole, il concetto di don Innocenzo.
      Subitodisse questi, accostando il calamaio alla carta, che aveva posta sulla scrivania.
      Crede, signor curato, che questo possa essere un dovere per me? Subito?
      Lo credo. Il mio dovere sarà poi di giudicare se e quando la lettera debba essere consegnata. Sieda al mio posto.
      Edith sedette tacendo, prese la penna con mano ferma e guardò il curato.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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