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      Si fermò, lo guardò un momento negli occhi, e, piegato il capo sul petto, disse teneramente:
      Non comprendi che sono stata, che l'anima mia è stata nella tomba tanto e tanto, non so quanto, prima di sciogliersi da quell'altra cosa orribile? Parlami d'amore, vedi quanto ho sofferto. Spero che ti ricorderai anche tu. Ti ho le labbra sul cuore; vorrei vedervi dentro, aiutarti a trovare. E t'ho amato subito, sai; appena ti vidi, la prima volta.
      La ragione di Silla si oscurava ancora per il turbamento della lettura, per la molle bellezza di Marina, per la voce blanda, più voluttuosa del tocco.
      Ella rialzò il capo. "Ma non volevo" disse. "Bisogna pure che ti dica tutto. Credevo che il conte Cesare ti avesse fatto venire per me; volevo odiarti, mi sarei morsa il cuore perché, quando ti vedevo, quando ti udivo, palpitava. Ah, quella sera in barca, dopo le tue parole superbe, insolenti, se tu avessi osato! Quando mi riconducesti alla cappelletta..."
      Alla darsenadiss'egli involontariamente.
      Ella fece un gesto d'impazienza.
      Ma no! Alla cappelletta: non ti ricordi? Quando mi riconducesti là e mi lasciasti, gittandomi il mio primo nome, caddi come morta. Ripensai e compresi; mi dissi: è lui, sarà lui; presto o tardi, contro tutto, contro tutti, sarà lui, qui. Vengono i Salvador, per me. Lo sai che son parenti della famiglia d'Ormengo? Allora Dio, perché la volontà di Dio sfolgora in tutta questa cosa, Dio mi fece vedere la vendetta che veniva da sé. Guarda, la sera stessa in cui fu conchiuso il matrimonio.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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