Si percosse la fronte come se volesse stritolarvisi dentro tante idee penose.
Per me!
diss'egli "per me! Io bacerei di gratitudine il posto dove ella mette i piedi e dopo le direi "calpestatemi perché io non capisco". Non sapete, signor curato, che mi è troppo aver tutto il cuore di Edith, che io ne sento rimorso, qualche volta, come di un grande egoismo, e che sarei felice di un matrimonio così; perché poi io sono vecchio e c'è anche altre cose da pensare!"
Vengadisse don Innocenzo, commosso, pigliando Steinegge pel braccio e conducendolo al sedile rustico "fermiamoci qui, pensiamo, cerchiamo quali ragioni può aver avuto Sua figlia."
Steinegge si fermò su' due piedi, temendo qualche rivelazione impreveduta.
Cosa?
diss'egli.
Venga, venga, sieda qui.
Don Innocenzo non trovava la prima parola, stringeva convulsamente una mano con l'altra, suggeva l'aria, secondo il suo solito, per le labbra serrate.
Si sarebbe mai accortocominciò finalmente "di qualche preoccupazione, di qualche angustia nell'animo di Sua figlia?"
Steinegge trasalì.
Denaro?
diss'egli.
No, no.
Uno sgomento angoscioso contrasse il viso del povero uomo mentre diceva:
Salute?
No, no. Senta. Potrebbe darsi che Sua figlia volesse pensare a Lei solo, occuparsi di Lei solo, vivere insomma per lei solo, fino a che Ella, amico mio, ottimo e carissimo amico mio...
Don Innocenzo gli prese, parlando, una mano.
...intendesse quale sia quest'angustia segreta che c'è, lo so, nel cuore della signora Edith, povera signorina.
Lo sa!
disse Steinegge, pallido, stringendo forte la mano del prete, guardandolo a bocca aperta.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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