Lei può andar superbo d'essere amato così. La signorina confida in Dio per toccare il suo sogno; comprende? Non vuol dirle:
se mi ami fa questo". Mai! Vuole che le loro due anime vivano chiuse una nell'altra, in comunicazione continua, onde poco a poco, inavvertitamente, ogni giorno, ogni momento, la Fede possa entrare in Lei, amico mio. Forse non dovevo dirle questo."
Oh!
esclamò Steinegge con voce soffocata, protestando.
Forse non dovevo, no; ma adesso quando Lei ha detto
non capisco" mi si è mosso dentro qualche cosa che ha mandato sossopra la mia prudenza; ho pensato: qui bisogna parlare, bisogna fargli sapere, un sacrificio così ha da essere apprezzato, non gli parlerò come prete, ma come amico. E come prete non Le parlo; Le dico solo che io non avrei mai consigliato questo sacrificio, e che ho venerazione per Sua figlia."
Steinegge si buttò indietro il cappello sulla nuca e giunse le mani, le scosse nervosamente guardando il cielo; poi se ne coperse il viso, appoggiò i gomiti alle ginocchia.
Avevo capitomormorò "la prima sera... ma poi adesso... credevo che fosse contenta..."
Don Innocenzo si chinò a raccogliere le parole inintelligibili.
Cosa?
diss'egli affettuosamente.
Credevo che fosse contentaripeté l'altro senza toglier le mani dal viso. "Adesso prego con lei... vado anche in chiesa... ho perdonato a tutti, credevo che bastasse."
Il curato fu per buttargli le braccia al collo e dirgli: "Sì, va in pace, per te, povero tribolato, per te, semplice e umile cuore, basta. Tu sei come un figliuolo mandato da suo padre nel mondo a lavorare, che, ferito, perseguitato da' suoi compagni, torna senza aver appreso né guadagnato nulla verso la casa paterna, batte piangendo alla porta che i servi gli han chiusa in faccia come a un indegno.
| |
Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
|
|
Dio Fede Steinegge Innocenzo
|