Si voltinodisse don Innocenzo "guardino la mia casetta come sta bene."
Stava bene infatti la piccola casetta, al di sopra delle altre e in disparte, bianca sotto il suo tetto inclinato.
Pare che ci guardi anche leiosservò Edith "e ci sorrida come una buona nonnina che non si può muovere."
Ohesclamò Steinegge "io sarei felice di viver qui."
E io, papa? Pare di sentirsi voler bene da tutto, qui. A Lei, signor curato, ci trovi un nido.
C'è il miodiss'egli. "Bravi, vengano a stare col vecchio prete. Perché no? Non sarebbe una bella cosa? Non starebbero bene in casa mia? Mi par che Marta s'ingegni abbastanza, non è vero?"
Edith sorrideva, suo padre si confondeva in esclamazioni e proteste di gratitudine.
No, nodisse Edith. "Prima, è una cosa impossibile per noi lasciar Milano, e poi così non andrebbe. Ci vorrebbe un'altra casettina."
Veramente? Lei starebbe qui, per sempre, in questa solitudine?
Edith rispose con gli occhi gravi, meravigliati. Don Innocenzo ammutolì.
Non sarebbe il solo tesoro sepolto in questo paesedisse Steinegge volgendosi al curato con un gesto ossequioso.
Don Innocenzo si schermì, arrossendo e ridendo, dall'incensata.
Anche Lei ci sarebbe, non è vero?
diss'egli.
Oh no, io sarei qui un tegame preistorico. Io vi starei molto bene, ma mia figlia non deve, oh no!
Perché mai, papà?
Egli rispose impetuosamente in tedesco, come faceva sempre nel bollore dell'affetto o dello sdegno. Si voltò quindi a don Innocenzo senz'aspettare la replica di Edith.
Non è verodiss'egli "che questo paese non è per una giovane signorina, a meno che non fosse una Nixe?
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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