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      Papà
      disse Edith alzandosi "lo sa don Innocenzo quello che mi hai detto prima?"
      Un poco, solo un poco.
      Ella guardò un momento il grosso macigno a cui era quasi appoggiata e si rizzò sulla punta de' piedi per cogliere un fiorellino che usciva da un crepaccio. Lo chiuse nel medaglione d'onice e disse quindi a suo padre:
      Un ricordo di questo luogo e di questo momento. Dimmelo ancorasoggiunse teneramente "dimmi che sei felice e che questi pensieri sono proprio nati nel tuo cuore. Tornamelo a dire. papà."
      Guarda dove sono!
      disse una voce dalla strada. Edith non la udì, si ripose a sedere sull'erba presso a suo padre, che riconobbe la voce di don Innocenzo, ed esclamò volgendosi a lui raggiante:
      Così presto?
      Don Innocenzo vide, comprese, non rispose.
      Signor curatodisse Edith risalita con suo padre sulla strada. "Ella ritrova un'altra Edith."
      Don Innocenzo si provò a far l'ingenuo, ma ci riusciva solo quando non lo faceva apposta.
      Possibile?
      disse, con tale accento di meraviglia da far credere che prendesse alla lettera queste parole: un'altra.
      Ma poi non vi ebbero più domande né spiegazioni. Edith camminava a braccio di suo padre, appoggiandogli quasi il capo alla spalla. Don Innocenzo teneva lor dietro soffiando perché il capitano aveva preso un passo di carica. Attraversarono così i prati senza parlare. Don Innocenzo non ne poteva più; si fermò trafelato.
      Belladiss'egli "quella striscia di lago, non è vero?"
      Forse non la vedeva neppure. Gli Steinegge si fermarono.
      Povero conte Cesare
      disse il padre dopo un momento di contemplazione.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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