Rico!
Ma il ragazzo era già lontano e non intese. Si fermò allora a guardar Silla per la seconda volta e disse:
Nessuno. Non c'è nessuno.
Egli non poté fraintendere il lungo sguardo pieno di appassionate domande mute, sentì ch'ella aveva ingannato il Vezza, ma rimase impassibile.
Tutto il fuoco degli occhi di lei si spense a un tratto.
Buon giornodiss'ella.
Il saluto parve cader gelato dal terzo cielo.
Vezza Le ha parlatosoggiunse.
Sarei partito subito, marchesina, se...
Lo so, lo so.
Silla tacque. Lo stipo d'ebano a tarsie d'avorio, i fiori ancora sparsi per la camera gli ripetevano la terribile storia della notte precedente.
Lo soripeté Marina con voce risoluta e sdegnosa "ma non basta." E fece un passo verso Silla.
Lo ha inteso, dunquediss'ella "che la mia fu una allucinazione?"
Silla accennò di sì. Era a qualche distanza da lei, dall'altra parte del piano. Essa si rovesciò quasi bocconi sul piano, alzando il viso a guardar l'uomo.
E lo ha creduto?
disse. "Ed è contento di andarsene?" Silla non rispose.
Già
mormorò Marina, socchiudendo gli occhi come una fiera blandita. "Una cosa naturale, una cosa semplice, una cosa comoda! Va bene!" esclamò rialzandosi.
V'era sul piano un vaso con delle rose e de' grappoli di glicine, sciolti. Ne strappò una manciata, li avventò sul pavimento.
Partire va benediss'ella "ma non basta. Non si sente in dovere di fare altri sacrifici per me?"
La sua voce fremeva, così parlando, d'ironia amara.
Sono ai Suoi ordini, marchesinarispose Silla gravemente. "Qualunque sacrificio.
| |
Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
|
|
Silla Vezza Marina Silla Silla Marina Silla
|