Ah!
Qui il dottore agitò le braccia come se la parola non bastasse più al racconto.
Confesso che due occhi simili non li ho mai visti. In un minuto secondo è cresciuta un palmo. Mi ha investito con una veemenza! Anzi, se debbo dire il vero, si è scagliata più contro di lei, signor commendatore, che contro di me, perché ha compreso subito, con l'acume de' monomaniaci, che dovevo aver parlato con Lei. Si vede ch'era in sospetto d'una opposizione. Ha detto che si vuole imporle, che non prende lezioni da nessuno, che le rincresce non aver invitate cinquanta persone; e via di questo passo con una irritazione che la soffocava, la faceva tremare come una foglia. Io cercavo di chetarla. Oh, sì, non era possibile, si adirava sempre più. Finalmente dovetti prometterle che tutto si sarebbe fatto secondo i suoi desideri e che anzi mi sarei fermato a pranzo anch'io; e credano, signori, bisogna finirla così. Non consiglierei a nessuno di contraddire una donna che esce da una crisi come quella di stanotte e offre indizi così minacciosi di ricadervi. Ecco.
Dunque?
domandò il commendator Vezza.
Dunque io, per parte miarispose il dottore con fermezza "farei quello che desidera, benché non ci avrò davvero tutti i gusti."
E se noi due ci astenessimo, Lei crede...
Ma! Ripeto che non lo farei.
Il commendatore consultò Silla con gli occhi.
Quanto a medisse questi "non c'interverrò in nessun caso. Si potrà dirle che non sentendomi bene non ho voglia di pranzare e che sono ancora occupato in queste lettere. Meglio ancora; potrò partir prima del pranzo.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Vezza Silla
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