Ella fece due passi rapidi verso di lui, disse "Oh, buon viaggio" e alzò la mano destra. Un colpo di pistola brillò e tuonò. Silla cadde. Fanny scappò urlando, il dottore saltò in sala, gridò agli uomini - tenerla! - e si precipitò sul caduto. Il Vezza, il cameriere, l'altra donna corsero dentro gridando a veder chi fosse. Il giardiniere e il cuoco vociferavano, si eccitavano l'un l'altro a trattener Marina, che voltasi indietro, passò in mezzo a tutti, con la pistola fumante in pugno, senza che alcuno osasse toccarle un dito, attraversò la loggia, ne uscì per la porta opposta, la chiuse a chiave dietro di sé. Tutto questo accadde in meno di due minuti.
Il giardiniere e il cameriere, vergognandosi di sé irruppero sulla porta, la sfondarono a colpi di spalla. Il corridoio era vuoto. Si fermarono incerti, aspettando un colpo, una palla nel petto, forse.
Avanti, vili!
urlò il dottore slanciandosi in mezzo ad essi. Si fermò nel corridoio, stette in orecchi. Nessun rumore.
Fermi lì, voidiss'egli e saltò nella camera del conte.
Vuota. Le candele vi ardevano quiete.
Entrarono, egli nella camera da letto, gli altri due in quella dello stipo. Vuote.
Il dottore si cacciò le mani nei capelli, esclamò rabbiosamente:
Maledetti vili!
In biblioteca!
disse il giardiniere.
Saltarono giù per le scale, il dottore primo. Toccato il corridoio, udì un urlìo, distinse la voce del commendatore che gridava:
La barca! la barca!
Corse in loggia, s'affacciò al lago.
Marina, sola nella lancia, passava lì sotto, pigliava il lago piegando a levante.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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Vezza Marina
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