Quel signor commendatore ha come frugato nella roba del signor Silla e ci ha trovato dentro una lettera incominciata. Non c'è su nomi, non c'è su che
caro zio" e poi una pagina di scritto che somiglia a un testamento. Pare proprio che sapesse di esser vicino a fare la fine che ha fatta. Come la spiegano loro?"
Lo avrà minacciato di ammazzarlodisse don Innocenzo.
Gran brutte coseconcluse il sindaco "gran brutti pasticci! Anche viver da galantuomini è una bella roba, non è vero, signor curato? Di quegli affari lì non ne capitano."
Non giudichiamo nessunorispose il curato.
Dopo un breve silenzio il sindaco tolse congedo. Gli altri due lo accompagnarono sino al cancello. Quando egli si fu allontanato, Steinegge cinse col braccio la vita di don Innocenzo, gli posò la fronte sopra una spalla.
Povera Edith, povera Edith
diss'egli.
Non tema, è forte la Sua Edith, e ha poi in sé un'altra forza che vince tutto, anche la morte.
Sì, ma soffrirà, soffrirà! Non Le pareva però che gli fosse molto attaccata, non è vero? Me lo ha già detto, ma me lo dica ancora, mi dica proprio sinceramente quel che pare a Lei.
Era scuro, per fortuna, e Steinegge non poteva vedere sul viso sincero di don Innocenzo i suoi veri convincimenti, il dolore d'aver incoraggiato esso pure l'affetto di Edith per quell'infelice.
Mi pare di norispose strascicando le parole. "Spero di no. Era una conoscenza molto recente. Spero che potrà dimenticare presto ogni cosa come un brutto sogno. Ha pensato bene Lei, di partire domattina. Me ne dispiace, ma è necessario.
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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519 |
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