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      E adesso sentir quel sindaco fare quei discorsi orribili!
      No... non mi pare...
      balbettò don Innocenzo.
      Ho udito tutto, tutto, signor curato. Io sono sicura che se egli è ritornato al Palazzo, vi fu richiamato da lei, chi sa in che modo, con quali istanze! Mi ricordo troppo i discorsi che mi ha fatto andando all'Orrido. Le dico che sono sicura come se avessi veduta la lettera o il telegramma. E lui allora era negletto o respinto da tutti. Chi sa, chi sa, don Innocenzo, che cattivi pensieri avrà avuto, povero giovane, vedendosi trattar così bruscamente da me, con tutti i miei principii religiosi! Lui che domandava aiuto per non affondare! Potevo ben fare diversamente, esser sincera, parlargli allora come gli ho scritto dopo; ma ho creduto...
      Non poté continuare.
      No, signora Edith
      rispose don Innocenzo "non bisogna mettersi in mente queste cose. Come poteva Ella prevedere un caso simile? Volendo compiere un sacrificio tanto nobile, si è comportata nel modo più saggio, con lo scopo di non favorire illusioni, di lasciare il giovane interamente libero. La sua coscienza è purissima e dev'essere tranquilla."
      Dopo qualche tempo Edith levò il viso.
      E non esser qui domani!
      diss'ella.
      È meglio, creda. Non potrebbe dissimulare con suo padre: e chi sa quanto soffrirebbe di vederla così.
      Almenosussurrò Edith "guardi che qualche pietosa creatura lo segua anche lui. Preghi anche dopo" soggiunse "e faccia pregare."
      Don Innocenzo glielo promise, ma ella non era contenta ancora, aveva qualche penosa parola da aggiungere.


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Malombra
di Antonio Fogazzaro
pagine 519

   





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