Bisogna vedere com'è stretta la strada, dalla Ricevitoria al Niscioree! Tu non ci passi di sicuro.
Donna Eugenia protestò con sdegno. "L'è minga el Cors de Porta Renza", disse il marchese, "ma l'è poeu nanca, disgraziatamente, le chemin du Paradis!"
Quell no! Propi no! Ghe l'assicuri mi!
, esclamò il Viscontini riscaldato, per disgrazia, da troppi bicchieri di Ghemme. Tutti gli occhi si volsero a lui e il Paolin gli disse qualche cosa sottovoce. "Se son matto?", rispose l'ometto acceso in faccia. "Nient del tütt! Le dico che ona bolgira compagna non la mi è mai più toccata in vita mia." E qui raccontò che la mattina, venendo da Lugano e avendo preso un po' di freddo in barca, era disceso al Niscioree per proseguire il viaggio a piedi; che tra quei due muri, dove non si potrebbe voltare un asino, aveva incontrato le guardie di finanza, le quali lo avevano insultato perché non era disceso allo sbarco della Ricevitoria; che l'avevano condotto alla maledetta Ricevitoria; che portava in mano un rotolo di musica manoscritta e che l'animale del Ricevitore, pigliando le crome e le biscrome per corrispondenze politiche segrete, gliel'aveva trattenuto.
Silenzio profondo. Dopo qualche momento la marchesa sentenziò che il signor Viscontini aveva torto marcio. Non doveva sbarcare al Niscioree, ciò era proibito. Quanto al signor Ricevitore egli era una persona rispettabilissima. Pasotti confermò, con una faccia severa. "Ottimo funzionario", diss'egli. "Ottima canaglia", mormorò il prefetto fra i denti.
| |
Ricevitoria Niscioree Eugenia Cors Porta Renza Paradis Viscontini Ghemme Paolin Lugano Niscioree Ricevitoria Ricevitoria Ricevitore Viscontini Niscioree Ricevitore
|