Corpo de sbrio baco!
, diss'egli.
L'ingegnere gli fece coraggio. "Su, signor Giacomo! Per amore della Luisina!"
Il signor Giacomo s'incamminò senz'altro e, guadagnate le stalle, oltre le quali la viottola diventa più umana, parve dimenticare gli scalini e gli scrupoli, la perfida servente e l'I. R. Commissario, la marchesa vendicativa e il maledetto toro, e si mise a parlar con entusiasmo della signorina Rigey.
No ghe xe ponto de dubio, quando go l'onor de trovarme con So nezza, con la signorina Luisina, digo, me par giusto, La se figura, de trovarme ancora ai tempi de la Baretela, de le Filipuzze, de le tre sorelle Spàresi da S. Piero Incarian e de tante altre de na volta che per so grazia me compativa. Vado giusto de tempo in tempo da la signora marchesa, vedo là qualche volta ste putele del dì d'ancò. No... no... no; no gavemo propramente quel contegno che m'intendo mi; o che semo durete o che semo spuzzete. La varda invece la signorina Luisina come che la sa star con tuti, col zovene e col vecio, col rico e col poareto, co la serva e col piovan. No capisso propramente, come la marchesa...
L'ingegnere l'interruppe.
La marchesa ha ragione
, diss'egli. "Mia nipote non è nobile, mia nipote non ha un soldo; come si fa a pretendere che la marchesa sia contenta?"
Il signor Giacomo si fermò alquanto sconcertato, e guardò l'ingegnere battendo i suoi occhi dolenti.
Ma
, diss'egli. "Ela no ghe darà miga rason sul serio?"
Io?
, rispose l'ingegnere. "Io non approvo mai che si vada contro la volontà dei genitori o di chi tiene le loro veci.
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