Furono le proteste violente di Franco che fecero voltare così precipitosamente strada al signor Giacomo. Luisa le appoggiò e la signora Teresa, che forse adesso avrebbe pure inclinato a una dilazione, non osò contraddire.
Luisa, Franco
, diss'ella. "Riconducetemi in salotto."
I due giovani spinsero insieme, seguiti dallo zio e dal signor Giacomo, la poltrona nel salotto.
Nel passar la soglia Luisa si chinò, baciò la mamma sui capelli e le sussurrò: "vedrai che tutto andrà bene". Ella credeva di trovar il curato in salotto, ma il curato se l'era svignata per la cucina.
Appena Franco e Luisa ebbero accostata la mamma al tavolo dov'era il lume, capitò il sagrestano ad avvertire che tutto era pronto. Allora la signora Teresa lo pregò di annunciare al curato che gli sposi sarebbero andati in chiesa fra mezz'ora.
Luisa
, diss'ella, fissando sua figlia con uno sguardo significante.
Sì, mamma
, rispose questa; e riprese a voce più alta volgendosi al suo fidanzato: "Franco, la mamma desidera parlarti."
Il signor Giacomo capì e uscì sulla terrazza. L'ingegnere non capì nulla e sua nipote dovette spiegargli che bisognava lasciar la mamma sola con Franco. L'uomo semplice non ne intendeva bene il perché: allora ella gli prese sorridendo un braccio e lo condusse fuori.
La signora Teresa stese in silenzio la sua bella mano ancora giovane, a Franco, che s'inginocchiò per baciarla.
Povero Franco!
, diss'ella dolcemente.
Lo fece alzare e sedere vicino a sé. Doveva parlargli, disse; e si sentiva tanto poca lena!
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