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      Il signor Giacomo, non vedendo l'ora di svignarsela, incominciava a dimenarsi, a soffiare, guardando l'ingegnere.
      Signora Luisina
      , diss'egli vedendo uscire la novella sposa. "La scusa, son propramente per domandar licenza..."
      No, no
      , lo interruppe con un fil di voce la signora Teresa, "aspetti un poco."
      Luisa scomparve e Franco scivolò pure fuori dalla stanza dietro sua moglie. La signora Teresa parve presa da uno scrupolo, accennò a richiamarlo.
      Ma cosa mai!
      , fece l'ingegnere.
      Ma, Piero!
      Ma cosa?
      Le antiche tradizioni austere della sua famiglia, un sottile senso di dignità, forse anche uno scrupolo religioso perché gli sposi non avevano ancora assistito alla messa della benedizione nuziale, impedivano alla signora Teresa di approvare che i giovani si appartassero e insieme di spiegarsi. Le sue reticenze e la bonarietà patriarcale dello zio diedero agio a Franco di sottrarsi ai richiami senza rimedio alcuno. La signora Teresa non insistette.
      Per sempre!
      , mormorò dopo un momento come parlando fra sé. "Uniti per sempre!"
      Nualtri
      , disse l'ingegnere rivolgendosi in dialetto veneto al suo collega nel celibato, "nualtri, sior Giacomo, de ste buzare no ghe ne femo."
      Sempre de bon umor, Ela, ingegnere pregiatissimo
      , rispose il signor Giacomo a cui la coscienza diceva che aveva fatto delle "buzare" peggiori.
      Gli sposi non ritornavano.
      Signor Giacomo
      , riprese l'ingegnere, "per questa notte, niente letto."
      L'infelice si contorse, soffiò e batté le palpebre senza rispondere.
      E gli sposi non ritornavano.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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