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      Come mai
      , pensò bussando all'uscio, "nasconderei qualche cosa a mia moglie?"
      Il professore Beniamino Gilardoni, figlio del "Carlin de Dàas", era stato fatto studiare dal vecchio don Franco Maironi, dal marito della marchesa Orsola, uomo bizzarro, lunatico, violento, ma generoso. Quando il Carlin morì, si vide che la generosità del Maironi non sarebbe stata necessaria. Beniamino ereditò un discreto gruzzoletto e ciò fece andare in bestia don Franco che lo tenne responsabile dell'ipocrisia paterna, gli voltò le spalle né volle più saperne di lui nel poco tempo che visse ancora dopo la morte del suo agente. Il giovane entrò nell'insegnamento, fu professore di latino nel ginnasio di Cremona e di filosofia nel liceo di Udine. Cagionevole di salute e timoroso assai del male fisico, alquanto misantropo, piantò nel 1842 la cattedra e venne a godersi la modesta eredità paterna in Valsolda. Il natio paesello di Dasio, seduto sotto le rocce dolomitiche dell'Arabione, era troppo alto e troppo incomodo per lui. Vendette i suoi beni di lassù, si comperò l'uliveto del Sedorgg sopra Casarico e una villetta in Casarico stesso, sulla riva del lago; un gingillo di villetta che egli chiamava per la sua forma "pi greco" a immagine del diagramma di Ugo Foscolo. Dalla contrada dei Mal'ari un andito breve metteva nel cortiletto addossato a un portico minuscolo e aperto verso il lago, fra grandi oleandri, di fronte a sei miglia d'acqua verde o grigia o azzurra, secondo i momenti, fino al monte S. Salvatore inclinato là in fondo, sotto il peso della sua gobba malinconica, ai sottoposti colli umidi di Carona.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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