. Egli avrebbe pur voluto nasconderle almeno in parte il vero e non lo poté. Disse che il suo biglietto gli era stato rimandato e Luisa volle sapere se almeno la nonna avesse scritto allo zio una parola di condoglianza. Il
no" di Franco fu così incerto, quasi trepidante, che, non subito, ma pochi passi dopo, Luisa ebbe un lampo di sospetto e si fermò di colpo, afferrò il braccio di suo marito. Franco, prima ch'ella aprisse bocca, intese, l'abbracciò come aveva abbracciato lo zio, con impeto ancor maggiore, le disse di prender il suo cuore, l'anima sua, la sua vita, di non cercar altro al mondo, se la sentì tremar tutta fra le braccia. Né allora né poi una sola parola ne fu più detta fra loro. Al cancello del cimitero s'inginocchiarono insieme. Franco pregò con impeto di fede. Luisa trapassò con gli occhi avidi la terra smossa presso all'entrata, trapassò la bara, si affissò mentalmente nel volto mansueto e grave della mamma; mentalmente ancora ma con tanto gagliardo impulso da scuotere le sbarre del cancello, si chinò, si chinò, fisse le labbra sulle labbra della morta, v'impresse una violenza d'amore più forte che tutti gli insulti, che tutte le bassezze odiose del mondo.
Si staccò a stento di là verso le undici. Discendendo adagio a fianco di suo marito lo sdrucciolevole ciottolato del sentiero, le sorse improvvisa in mente la visione di un incontro futuro con la marchesa. Si fermò, si eresse, stringendo i pugni; e il suo bel viso intelligente spirò una fierezza tale che se la vecchia signora di marmo l'avesse realmente veduta, realmente incontrata in quel punto, si sarebbe senz'altro, piegata no, impaurita no, ma posta in difesa.
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Luisa Franco Luisa
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