Pagina (125/421)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma poiché non le bastavano e poiché il villaggio, dopo Dio, Santa Margherita e S. Sebastiano, adorava la "sciora Lüisa", così ad un cenno suo i ragazzi le portavano fiori selvaggi e felci, le portavano edera per rilegar con festoni i grandi mazzi fissati alle pareti dentro anelli di metallo. Anche alle braccia dell'arpa che pendeva dal soffitto della sala erano sempre attorcigliati lunghi serpenti d'edera e di passiflora.
      Lo zio Piero, quando gli scrivevano di queste novità, rispondeva poco o nulla. Tutt'al più raccomandava di non tener troppo occupato l'ortolano il quale doveva pur attendere alle faccende proprie. La prima volta che capitò a Oria dopo la trasformazione del giardinetto, si fermò a guardarlo come aveva fatto per le sei piante di granturco e borbottò sottovoce: "Oh poer a mi!". Uscì sulla terrazza, guardò il cupolino, toccò le aste di ferro e pronunciò un "basta!" rassegnato ma pieno di disapprovazione per tante eleganze superiori allo stato suo e de' suoi nipoti. Invece, dopo aver esaminato in silenzio tutti i mazzi, i mazzolini, i vasi, i festoni della sala e della loggia, disse con un bonario sorriso: "Sent on poo, Lüisa; con tütt st'erba chì farisset minga mèj a tegnì on para de pégor?".
      Ma la governante fu beata di non aversi più ad ammazzare per la polvere e le ragnatele, ma l'ortolano vantò senza fine le opere miracolose del signor don Franco ed egli stesso comincio presto ad abituarsi ai nuovi aspetti della sua casa, a guardar senza malevolenza il cupolino della terrazza che gli faceva comodo per l'ombra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





Dio Santa Margherita S. Sebastiano Lüisa Piero Oria Lüisa Franco