Dico quel che altri potrebbero sostenere."
Ma scusi, vi è un panteismo...
Ancora filosofia?
, esclamò Franco entrando con la piccina in braccio.
Oh, miseria!
, borbottò lo zio alle sue spalle.
Maria teneva in mano una bella rosa bianca. "Guarda questa rosa, Luisa", disse Franco. "Maria, da' il fiore alla mamma. Guarda la forma di questa rosa, guarda il portamento, guarda le sfumature, le venature di questi petali, guarda quella stria rossa; e senti che odore, adesso! E lascia star la filosofia."
Lei è nemico della filosofia?
, osservò il professore, sorridendo.
Io sono amico
, rispose Franco, "della filosofia facile e sicura che m'insegnano anche le rose."
La filosofia, caro professore
, interloquì lo zio, solennemente, "l'è tutta in Aristòtel: quell che te pòdet avè, tòtel."
Lei scherza
, ribatté il professore, "ma Lei pure è un filosofo."
L'ingegnere gli posò una mano sulla spalla:
Sentite, caro amico, la mia filosofia in vott o des biccièr la ci sta tutta
.
Euh, vott o des biccièr!
, borbottò la governante che udì, entrando, questa spacconata d'intemperanza del suo misuratissimo padrone. "Vott o des corni!"
Veniva ad annunciare don Giuseppe Costabarbieri che fece in pari tempo udire dalla sala un cavernoso e pure ilare Deo gratias. Ecco la rugosa faccia rossa, gli occhi allegri, i capelli bianchi del mansueto prete.
Si discorre di filosofia, don Giuseppe
, disse Luisa dopo i primi saluti. "Venga qui e metta fuori le Sue belle idee anche Lei!"
Don Giuseppe si grattò la nuca e poi volgendo un po' il capo verso l'ingegnere con lo sguardo di chi desidera una cosa e non osa domandarla, mise fuori il fiore delle sue idee filosofiche:
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