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      E poi c'è quel signor avvocato "ch'el boffa denter in quel rob inscì polito!". E poi c'è il signor don Franco "parlèmen nanca, con quèi diavoi de did!" Udir suonare il piano con quella precisione era proprio come udire un organetto; e a lei gli organetti piacevano "inscì tant!". Soggiunse che temeva recar disturbo ma che suo marito l'aveva incoraggiata. E domandò se quell'altro signore di Loveno non suonava anche lui, se si fermavano un pezzo; osservò che dovevano avere ambedue una gran passione per la musica.
      Aspetta me, birbone d'un Ricevitore
      , pensò Luisa e rimpinzò sua moglie delle più comiche frottole sulla melomania di Pedraglio e dell'avvocato, infilzandone tante più quanto più s'irritava contro la gente odiosa da cui era forza salvarsi a furia di menzogne. La signora Peppina le inghiottì scrupolosamente tutte fino all'ultima, accompagnandovi affettuose note di lieta meraviglia: "Oh bell, oh bell!". "Figürèmes!". "Ma guardee!". Poi, invece di ascoltare la diabolica disputa del piano col fagotto, parlò del Commissario di Porlezza e disse ch'egli aveva l'intenzione di venir a vedere i fiori di don Franco.
      Venga pure
      , fece Luisa, fredda.
      Allora la signora Peppina, approfittando di un uragano che Franco e l'amico suo facevano insieme, arrischiò un discorsetto intimo che guai se il suo Carlascia l'avesse udito; ma fortunatamente il buon bestione dormiva nel proprio letto col berretto da notte tirato sugli orecchi.
      Mi goo inscì mai piasè de sti car fior!
      , diss'ella. Secondo lei, i Maironi avrebbero fatto bene ad accarezzare un poco il signor Commissario.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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