Crescono sul Parnaso e mirti e alloriFelicissima notte a lor signori.
Anche i due ospiti chiesero un po' di latte: e Franco che intese il loro latino andò a pigliare una vecchia bottiglia del piccolo eccellente vigneto di Mainè.
Quando ritornò, lo zio non c'era più. Il bruno, barbuto avvocato, una quadratura di forza e di calma, alzò le due mani, chiamò silenziosamente a sé Franco da una parte, Luisa dall'altra e disse piano, con la sua voce di violoncello, calda e profonda: "Notizie grosse".
Ah!
, fece Franco, spalancando gli occhi ardenti. Luisa diventò pallida e giunse le mani senza dir parola. "Sicuro", fece Pedraglio, tranquillo e serio. "Ci siamo." "Dite su, dite su, dite su!", fremette Franco. Fu l'avvocato che rispose:
Abbiamo l'alleanza del Piemonte con la Francia e l'Inghilterra. Oggi la guerra alla Russia, domani la guerra all'Austria. Volete altro?
Franco abbracciò di slancio, con un singulto, i suoi amiciI tre stettero abbracciati in silenzio, palpitando, stringendosi forte, nella ebbrezza della magica parola: guerra. Franco non si accorgeva di avere ancora la bottiglia in mano. Gliela tolse Luisa; egli allora si staccò impetuoso dagli altri due e cacciatosi fra loro a braccia aperte, li trascinò via per la vita come una valanga, li portò in loggia ripetendo: "Contate, contate, contate".
Colà, chiuso per prudenza l'uscio a vetri che mette sulla terrazza, l'avvocato e Pedraglio misero fuori il loro prezioso segreto. Una signora inglese villeggiante a Bellagio, fervente amica dell'Italia, aveva ricevuto da un'altra signora, cugina di sir James Hudson, ministro d'Inghilterra a Torino, una lettera di cui l'avvocato possedeva la traduzione.
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