Era la personificazione della Turchia in un turco ideale, con tanto di turbante, di barba, di pancia e di babbucce. Nella sua qualità di uomo pacifico e di semi-libero pensatore, il Puttini aveva un debole per il pigro, placido e bonario Papuzza.
Stia tranquillo
, disse ridendo il Commissario. "Il suo amico Papuzza se la caverà benone. Siamo amici di Papuzza anche noi e non lo lasceremo mutilare né svenare."
Franco non si tenne dal brontolare con tanto di cipiglio:
Sarebbe però una bella ingratitudine verso la Russia!
Il Commissario tacque, e la signora Peppina propose, con un tatto insolito, di andare a vedere i fiori.
Meglio!
, fece l'ingegnere, assai contento che si troncasse quel dialogo.
Nel passar della sala nel giardinetto, il Commissario prese familiarmente il braccio di Franco e gli disse all'orecchio: "Ha ragione, sa, dell'ingratitudine, ma certe cose noi impiegati non le possiamo dire". Franco, a cui il tocco della Imperial Regia mano bruciava, fu sorpreso di questa uscita. Se colui avesse avuto una faccia più italiana, gli avrebbe creduto; con quella faccia calmucca non gli credette e lasciò cader il discorso. Lo ripigliò l'altro, sottovoce, affacciandosi alla ringhiera verso il lago e fingendo di guardar il ficus repens che veste la muraglia.
Si guardi anche Lei
, diss'egli, "da certe parole. C'è delle bestie che possono interpretar male." E accennò leggermente col capo al Ricevitore. "Se ne guardi, se ne guardi!" "Grazie", rispose Franco, asciutto, "ma non credo che avrò bisogno di guardarmi.
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