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      Anca con Pasott!
      , diss'ella; e furono le sole sue parole durante tutta questa spiegazione; dopo le quali scappò.
      Franco risalì le scale, pensando ai casi suoi. Poteva essere un falso allarme, poteva essere una cosa seria. Ma perché mai lo si sarebbe arrestato? Cercò di ricordare se avesse in casa qualche cosa di compromettente e non trovò nulla. Pensò ad una perfidia della nonna ma cacciò subito quest'idea, se ne rimproverò e rimise ogni decisione a più tardi, quando avrebbe parlato a sua moglie. Ritornò nel giardinetto dove il Commissario, appena lo vide, gli chiese di mostrargli certe dalie che la signora Peppina vantava. Udito che le dalie erano nell'orto, propose a Franco di accompagnarvelo. Potevano andar soli; tanto, gli altri erano profani. Franco accettò.
      Il contegno di quel piccolo birro inguantato già pareva molto strano; avrebbe pur voluto capire se potesse in qualche modo accordarsi con l'avvertimento misterioso.
      Senta, signor Maironi
      , disse risolutamente il Commissario quando Franco ebbe chiuso dietro a sé l'uscio dell'orto. "Le voglio dire una parola."
      Franco, che stava scendendo i due scalini appoggiati alla soglia della porta, si fermò e aggrottò le sopracciglia. "Venga qua!", soggiunse l'altro, imperioso. "Ciò che sto per fare è forse contro il mio dovere ma lo faccio egualmente. Sono troppo amico della signora marchesa Sua nonna per non farlo. Lei corre un gravissimo pericolo."
      Io?
      , disse Franco, freddamente. "Quale?"
      Franco aveva rapida e sicura l'intuizione del pensiero altrui.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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