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      Rotavano, per così dire, nella sua mente tutte le possibilità del momento, le sciagurate e le prospere. Se si fermava sulle prime, l'orrore la portava di slancio alle seconde; se si fermava su queste, la fantasia ritornava con avidità perversa alle prime.
      Prima ancora di porre il piede nel corridoio del secondo piano, udì Maria piangere. Franco chiese all'aggiunto che permettesse a sua moglie di scendere dalla bambina ma ella protestò che voleva restare. L'idea di non essere con lui quando si scoprisse l'arma, l'atterriva. Intanto l'aggiunto entrò in uno stanzino dov'erano parecchi libri, trovò un'opera stampata a Capolago col titolo Scritti letterari di un italiano vivente e domandò:
      Chi è quest'italiano vivente?
      Il padre Cesari
      , rispose Franco, audacemente. L'altro, ingannato da quella prontezza e da quel nome di frate, si diede l'aria dell'uomo colto, disse: "Ah, conosco!", e ripose il libro, chiese dove dormisse l'ingegnere in capo.
      Luisa era troppo soggiogata da un'angoscia sola per sentir altro, ma Franco, a veder entrare il birro e i suoi nella camera dello zio così pulita e ordinata, così piena del suo buono, pacifico spirito, a pensar che colpo sarebbe per il povero vecchio una notizia siffatta, si sentì uno struggimento, una rabbia da piangerne. "Mi pare", diss'egli, "che almeno questa camera dovrebb'essere rispettata."
      Ella si tenga le Sue osservazioni
      , rispose l'aggiunto, e incominciò con far buttare all'aria coperte e materasse. Poi volle la chiave del cassettone. L'aveva Franco, che discese, accompagnato da un gendarme, a prenderla nella sua camera.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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