Oramai non erano più davvero cose nuove e siccome sull'alba Maria si agitava, dava segno di svegliarsi, avendo Franco sussurrato da capo "dormi?" Luisa rispose "sì" ed egli tacque definitivamente, come se ne fosse persuaso.
Il giorno dopo la perquisizione, Oria, Albogasio, San Mamette, furono pieni di bisbigli: "Avii sentii?". "Oh car Signor!". "Avii sentii?". "Oh cara Madonna!" I bisbigli più sonori, per forza, furono quelli che appresero il fatto alla Barborin Pasotti. Suo marito le gridò in bocca: "Maironi! Polizia! Gendarmi! Arresto!". La povera donna credette che un esercito avesse spazzato via i suoi amici e si mise a sbuffare "oh! oh!" come una locomotiva. Gemette, pianse, domandò a Pasotti della bambina. Pasotti, che non voleva assolutamente permetterle di scendere a Oria, di mostrare in quelle circostanze affetto ai Maironi, rispose con un gesto che pareva un colpo di scopa. Via. Via anche quella!. "E la serva? Ci sarà la serva?" Il perfido uomo menò in aria un altro colpo di scopa e la Barborin capì che Sua Maestà I. R. A. avesse fatto portar via anche la serva.
Ma i bisbigli più maligni suonarono assai lontano dalla Valsolda, in una sala del Palazzo Maironi a Brescia. Dieci giorni dopo la perquisizione, il cavaliere Greisberg di S. Giustina, cugino del Maironi, addetto al governo del feld-maresciallo Radetzky in Verona sino al 1853 e passato poi col padrone a Milano, scendeva a casa Maironi dalla carrozza dell'I. R. Delegato di Brescia, del quale era ospite da poche ore.
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