Luisa lasciò la finestra dicendo sottovoce a suo marito: "Scusa, questo non è giusto". "Come non è giusto?" Franco si riscaldò, alzò la voce, chiese a sua moglie se voleva una Maria violenta e manesca. Ella rispondeva con dolcezza e con fermezza, senza risentirsi di qualche parola pungente, sosteneva che il sentimento di Maria era buono, che opporsi alla prepotenza e all'ingiustizia era il compito migliore per tutti, che se un bambino vi adoperava le mani, fatto adulto vi avrebbe adoperato mezzi più civili, ma che se si reprimeva in lui la espressione naturale dell'animo, si correva il rischio di schiacciare con essa anche il buon sentimento nascente.
Franco non si persuase. Secondo lui era molto dubbio che in Maria vi fossero di quei sentimenti eroici. Ella si era arrabbiata di vedersi portar via la sua compagna di giuoco e niente altro. Ma poi, la parte della donna non era forse di opporre alle ingiustizie e alle prepotenze una dolcezza mansueta, di mitigare ed emendare gli offensori piuttosto che di respinger con la forza l'offesa? Luisa diventò rossa e rispose che ad alcune donne, forse alle migliori, questa parte conveniva, ma che non poteva convenire a tutte perché tutte non potevano essere tanto miti e umili. "E tu sei di quelle altre?", esclamò Franco.
Credo di sì.
Bella cosa!
Ti rincresce molto?
Moltissimo.
Luisa gli pose le mani sulle spalle. "Ti rincresce molto?", diss'ella fissandolo negli occhi, "che io m'irriti come te d'aver questi padroni in casa, che io desideri come te di aiutare anche con le mie mani a cacciarli via o preferiresti che io cercassi di emendare Radetzky e di mitigare i croati?
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