Eppure era così. Solamente, per dimostrarlo, occorreva capovolgere ambedue le anime, perché Franco aveva la sua fantasia visibile a fior d'anima e tutta la sua ragione al fondo, mentre Luisa aveva la fantasia al fondo e la ragione, molto visibilmente, a fior d'anima. Ella non dormì infatti e pensò per tutta la notte, con la sua fantasia del fondo dell'anima, come la religione favorisca i sentimentalismi deboli, com'essa che predica la sete della giustizia sia incapace di formare negl'intelletti devoti a lei il vero concetto di giustizia.
Anche il professore, che aveva infiltrazioni sierose di fantasia nelle cellule raziocinanti del cervello come nelle cellule amorifiche del cuore, spenta la lucerna, passò gran parte della notte davanti al caminetto lavorando con le molle e con la fantasia, pigliando, guardando, lasciando cader brage e progetti fino a che gli restarono un ultimo carbone lucente e un'ultima idea. Prese allora uno zolfino e accostatolo alla bragia ne riaccese la lucerna, prese l'idea pure luminosa e scottante, se la portò a letto.
Era questa: partire, all'insaputa di tutti, per Brescia, presentarsi alla marchesa con i terribili documenti, ottenere una capitolazione.
7. È giuocato
Tre giorni dopo, alle cinque della mattina, in Milano, il professore Gilardoni usciva, inferraiuolato fino agli occhi, dall'Albergo degli Angeli, passava davanti al Duomo e infilava la buia contrada dei Rastelli dietro una fila di cavalli condotti a mano dai postiglioni, entrava nell'ufficio delle diligenze erariali.
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