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      La voce sonnolenta aveva un placido tono quasi ridente, una blanda benevolenza; e il professore sudava freddo al pensiero di fermare quella melliflua vena per offrir in cambio la pillola amara che aveva in tasca. Egli avrebbe potuto approfittar d'una pausa per metter fuori il suo esordio, ma non seppe farlo; e fu invece la marchesa che ne approfittò per metter fuori la sua chiusa.
      La ringrazio tanto
      , diss'ella, "della visita, e adesso La congedo perché Ell'avrà le Sue faccende e, per dire il vero, ho un impegno anch'io."
      Qui bisognò saltare:
      Veramente
      , rispose il Gilardoni, tutto agitato, "io ero venuto a Lodi per parlare con Lei, signora marchesa."
      Questo
      , osservò la dama, gelida, "non lo avrei potuto immaginare."
      Il professore trascorse avanti, nello slancio del salto.
      Si tratta di cose urgentissime
      , diss'egli, "e io debbo pregare..."
      La marchesa lo interruppe.
      Se si tratta di affari, bisogna ch'Ella si rivolga al mio agente di Brescia.
      Scusi, signora marchesa; si tratta d'un affare specialissimo. Nessuno sa e nessuno deve sapere che sono venuto da Lei. Le dico subito che si tratta di Suo nipote.
      La marchesa si alzò e il cane accovacciato sul seggiolone si levò pure, abbaiando verso il Gilardoni.
      Non mi parli
      , disse solennemente la vecchia signora, "di quella persona che per me non esiste più. Andiamo, Friend."
      No, signora marchesa!
      , ripigliò il professore. "Ella non può assolutamente immaginare cosa Le dirò!"
      Non m'importa di niente, non voglio saper niente, La riverisco!
      La inflessibile dama si mosse, così dicendo, verso l'uscio.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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