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      . Ne fu sgridata forte, tacque ancora, ma passando sotto il cimitero, a pochi passi da casa, ricominciò da capo, con lo stesso riso malizioso. Allora Luisa, tutta raccolta nello sforzo di comporsi una maschera indifferente, le diede solo una strappata, che però bastò a farla tacere.
      Maria era molto allegra, quel giorno. A pranzo, scherzando con la mamma, si ricordò dei rimproveri toccati a passeggio, la guardò sottecchi col solito risolino timido e provocatore, mise ancora fuori il suo "cosa, silenzio?". La mamma finse di non udire ed ella insistette. Luisa la fermò allora con un "basta!" così insolitamente vibrato che la boccuccia di Maria si aperse piano piano e le lagrime scoppiarono. Lo zio fece "oh povero me!" e Franco diventò scuro, si capì che disapprovava sua moglie. Poiché Maria piangeva e piangeva, si sfogò addosso a lei; la prese tra le braccia, la portò via che strillava come un'aquila. "Meglio ancora!", esclamò lo zio. "Bravissimi!" "Lasci un po' fare, Lei", gli disse la Cia mentre Luisa taceva. "I genitori devono farsi ubbidire, già." "Ma sì, così mi piace", le rispose il padrone, "mettete fuori anche voi la vostra sapienza." Ella si azzittì tutta ingrugnata.
      Intanto Franco, piantata Maria in un angolo dell'alcova, ritornò e brontolò qualche parola sul voler far piangere i bambini per forza, per cui Luisa s'imbronciò alla sua volta, andò in cerca di Maria, la ricondusse lagrimosa ma silenziosa. Il breve desinare finì male perché Maria non volle più mangiare e tutti erano imbronciati per una ragione o per l'altra, meno lo zio Piero il quale si mise ad arringar Maria con dei predicozzi mezzo serii mezzo scherzosi, tanto che le fece tornare un po' di sole in viso.


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Piccolo mondo antico
di Antonio Fogazzaro
pagine 421

   





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