Dillo pure alla nonna e tu... e tu... e tu..."
Pasotti aveva sicuramente un sangue di derivazione felina, cupido, fine, prudente, carezzevole, pronto alla simulazione ma soggetto alla collera. Era venuto interrompendo l'invettiva di Maironi con proteste sempre più violente; a quest'ultima apostrofe, sentendo arrivar un nembo di accuse che tanto più lo irritavano quanto più le indovinava, balzò egli pure in piedi.
Fermati!
, esclamò. "Che maniera è questa?"
Buona sera!
, disse Franco, pigliando il cappello. Ma Pasotti non intendeva lasciarlo partire così. "Un momento!", diss'egli battendo e ribattendo affrettati pugni sul tavolino. "Voialtri vi fate delle illusioni, voialtri sperate molto in quel testamento e quello non e un testamento, quello è un pezzo di carta straccia, quello è il delirio di un pazzo!"
Franco, ch'era già presso all'uscio, si fermò, tramortito dal colpo. "Che testamento?", diss'egli.
Via!
, riprese Pasotti freddo e beffardo. "C'intendiamo bene!"
Una vampa di collera riaccese il sangue a Franco. "Ma no!", diss'egli. "Fuori! parla! Cosa ne sai tu di testamenti?"
Ah!
, fece Pasotti con ironica dolcezza. "Adesso va benissimo."
Franco l'avrebbe strozzato.
Sono stato a Lodi, non te l'ho detto? Dunque so.
Franco, fuori di sé, protestò di non capire niente.
Oh già!
, riprese Pasotti, beffardo più di prima. "Lo informerò io il signore. Sappia dunque che il signor professore Gilardoni, il quale non è affatto amico Suo, si è recato in fine di dicembre a Lodi, e si è presentato alla marchesa con una copia senza valor legale di un preteso testamento del povero Suo nonno.
| |
Maironi Franco Pasotti Pasotti Franco Pasotti Lodi Pasotti Gilardoni Lodi
|