Maria si rasserenò, rise, interruppe la mamma con cento domande sul pan d'oro e sullo stivale rimasto in Paradiso. Che ne farebbe di quello il bisnonno? La mamma le spiegò che il bisnonno lo avrebbe applicato per di dietro all'imperatore d'Austria onde buttarlo giù dal cielo, se ve lo incontrava.
In quel momento entrò Franco.
Luisa vide subito che gli occhi e la fronte segnavano tempesta.
Dunque?
, diss'ella. Franco rispose concitato: "Metti a letto Maria".
Luisa osservò che aveva tenuta la bambina alzata per aspettarlo, perché stesse un po' con lui. Franco replicò "ti dico di metterla a letto" tanto aspramente che Maria si mise a piangere. Luisa si fece rossa ma tacque. Accese un lume, prese la bambina in braccio, la porse silenziosamente a suo padre per un bacio, che fu freddo, e la portò via. Franco non la seguì. Si arrabbiò di veder quello stivale e lo gettò in terra. Poi sedette, piantò i gomiti sulla tavola, si strinse il capo fra le mani.
L'amara idea che Luisa fosse complice del Gilardoni gli era lampeggiata in mente subito, mentre Pasotti parlava, col ricordo di quel "cosa, silenzio?", di quel "basta!" e del racconto della bambina. Egli aveva dentro a sé come un vortice dove questa idea spariva girando e ricompariva sempre più basso, sempre più vicino al cuore.
Dunque?
, tornò a chiedere Luisa, rientrando. Franco la guardò un momento in silenzio, la scrutò. Poi si alzò e le afferrò le mani. "Dimmi se sai niente!", diss'egli. Ella indovinò, ma quello sguardo e quel modo la offesero.
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