Su questo punto Franco non rispose affatto, anzi la sua prima lettera fu alquanto freddina. Perciō Luisa non ritornō pių sull'argomento. Solo una volta, parlando di Maria, scrisse: "Se tu vedessi come recita il Padre nostro, mattina e sera, e come si comporta a Messa, la domenica, saresti contento".
Egli rispose: "Di quanto mi scrivi circa le pratiche religiose di Maria, sono contento e ti ringrazio".
Sė Luisa che Franco scrivevano quasi ogni giorno e spedivano le lettere una volta alla settimana. Ismaele andava alla posta di Lugano ogni martedė, portava la lettera della moglie e riportava quella del marito. In giugno Maria ebbe il morbillo, in agosto lo zio Piero perdette quasi improvvisamente l'occhio sinistro e ne fu, per qualche tempo, molto turbato. Durante questi due periodi, le lettere di Oria spesseggiavano. In settembre la corrispondenza ritornō settimanale. Tolgo dal fascio le ultime lettere scambiate fra Luisa e Franco alla vigilia degli avvenimenti onde furono colti alla fine di settembre.
Luisa a Franco
Oria, 12 settembre 1855
Il riverito signor Ismaele ci ha fatto molto aspettare l'ultima tua, perché da Lugano invece di venire a Oria č andato a Caprino con alcuni amici suoi e delle Potenze Occidentali a festeggiare la presa di Sebastopoli nella cantina dello Scarselon e lā ha bevuto "un cicinėn" e quindi č ritornato a Lugano dove un altro "cicinėn" lo ha fatto dormire come un salame fino a mercoledė mattina. Ha pure dimenticato di spedirti il vasetto di lucido e cosė lo dovrai aspettare una settimana o pagare, a Torino, tanto pių caro, se la provvista č finita.
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